Nel secondo giorno di viaggio, già in Italia e prima d'arrivare a quella che sarà la nostra base d'operazioni (Rapallo), facciamo sosta a Seborga, piccolissimo paese arrampicato sulla montagna che, nonostante la sua piccola estensione, ha avuto grande importanza nelle lotte territoriali fra i papi, gli imperatori e la casa di Savoia.
Di tutto questo passato non resta se non una piccolo eremo romanico, il palazzo che fu importante abbazia, la meraviglia degli strettissimi vicoli dedaleschi che si incrociano sotto arcate inverosimili e, miracolo dei colori, una chiesetta dalla facciata barocca artisticamente dipinta.
Verso il mezzogiorno scopriamo Dolceacqua, un altro borgo medioevale. Questo, però, molto più grande e dominato da un grande castello del XV, la cui torre più antica risale al XII. Accediamo al borgo tramite un ben conservato ponte romanico.
All'interno del borgo troviamo stretti vicoli, dove i palazzi si danno la mano per reggersi in piedi dopo tanti secoli di silente resistenza; vicoli che, senza i loro gradini, sarebbero praticamente inaccessibili.
Ed è stato qui, a Dolceacqua, che ha avuto inizio la parte gastronomica del nostro viaggio. Non voglio estendermi nella descrizione dei pasti, perché considero che il cibo esiste per essere mangiato e goduto, e non per parlarne; cosí, mi limiterò a dire che l'insieme dell'esperienza è stato magnifico, e che la combinazione fra la pasta, il pesce e i vini (e le grappe) della Liguria è sufficente per desiderare di ritornarci.