martedì 15 aprile 2008

Cacao Maravillao



Potrei aver intitolato questo post "Mamma Ciccio" e sarebbe stata la stesa cosa. Tutti e due sono i nome che mi vengono in mente da ieri. Almeno nella Spagna dei primi tempi di Tele5, versione iberica di Canale5, erano questi i "sinonimi" più carini per Berlusconi.



La storia viene da lungo, da quando, a quei primi tempi, Tele5 metteva sulla scena di diversi programmi un paio di gruppi di ballerine: Mamma Ciccio, italiane, e Cacao Maravillao, (pronunciate "maravigliao"; se volete, ovviamente) brasiliane. Se vedete ogni tanto Canale5 ve le potete immaginare; proprio così, carine e scarsamente vestite.











La cosa più divertente fu che quelle di Cacao Maravillao suggerivano la pubblicità d'un cacao solubile (tipo per il late, una classe di prodotto molto popolare nella Spagna) e tante donne, quando andavano a fare la spesa, chiedevano il Cacao Maravillao che non si trovava in nessun negozio. Alla fine, sembra (forse si tratta soltanto d'un rumore), Tele5 ha venduto i diritti della marca commerciale ad un fabbricante, e così e iniziato il mito di Berlusconi, l'uomo che sa vendere anche il fumo: il miglior pubblicista del mondo.



Sembra che Berlusconi abbia tornato a vendere fumo agli italiani. Peccato: lo trovavo divertente quando vendeva cacao.


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sabato 12 aprile 2008

In Giugno

Dallo scorso 25 marzo, il PEN International iniziava la campagna "Poem Relay" per protestare contro la manca di libertà in China, che si prepara per celebrare i Giochi Olimpici a Pechino. Prendendo l'esempio della tradizionale marcia della fiamma olimpica, un poema ha viaggiato virtualmente di paese in paese e si poteva leggere ed ascoltare nella lingua di ogni posto per dove passava.


In Giugno

In Giugno
l’intera vita
si conclude.
In Giugno
il mio cuore morirà
e insieme la poesia.
Anche l’amore muore
e a terra con tremore
stilla il sangue.
In Giugno
il sole secca ogni cosa
la pelle rivela
la profondità della ferita.
In Giugno
l’anguilla lascia
le pozze insanguinate
per riprodursi
migra in mari lontani,
più fecondi.
In Giugno
il terreno si spacca
s’asciugano i torrenti
senza voce le parole
all’orecchio non giungono
dei morti.


Translated to Italian by Nicola Tanda, President of Sardinian PEN.


Il poema di Shi Tao, che ricorda i tragici giorni del massacro di Piazza Tiananmen, è stato tradotto in più di sessanta lingue. In Italia, il poema arribera il 12 aprile; a partire di quel giorno, il poema di Shi Tao potrà anche leggersi ed ascoltarsi in italiano.


Ci aggiungiamo così all'iniziativa del PEN Internacional.




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sabato 19 gennaio 2008

Compleanni

Ancora una volta, mi arriva il momento di fare anni. E come si fanno, gli anni? Guardi, è una cosa molto complicata: uno deve rimanere vivo fra un compleanni e il seguente. Ah, va bene, quindi non sembra una cosa molto difficile. Dipende, ascolti, che oggi giorno siamo tutti sommessi a tanti imponderabili: incidenti con la macchina, influenza dei polli, infarti... Ma perché tanto melodramma? una persona giovane, sana, sportiva, non dovrebbe avere paura di queste cose; non sta diventando un po' ipocondriaco? Ma che cazzo ipocondriaco!, ho appena visto come la mia mamma soffriva un infarto, una donna che correva quattro giorni ogni settimana fino a tre giorni prima del colpo di fulmine! Ha ragione, visto così non è mica strano che si trovi un po' preoccupato; ma sta' bene la sua mamma? Sì, per fortuna sembra che lo stia superando, l'abbiamo già a casa. Allora, invece di questi malpensieri, perché non ci parla un po' della vita che ha fatto finora e dei proietti che ha per il futuro? perché lei ha la faccia di averne tanti, di proietti... Buffa!, il mio curricolo, vero?, ma poveri lettori! niente d'interessante, un po' come tutti, credo; qualche volta, ho menato la vita che volevo; altre volte, mica tanto; ho studiato, ho letto, ho viaggiato; ma mi sono visto costretto anche a lavorare, guardi, e questo è sempre un dolore, una punizione biblica. Non sarà mica tanto! Vi dico io di sì: lottare coi bimbi, coi genitori, con gli altre docenti, con la ispezione, con l'Ufficio Educazione... Ma com'è esagerato! Sì, sì, esagerato... E dei proietti, cosa mi dite dei proietti? Mah, le solite cose; ma no vorrà l'elenco dei buoni propositi, come ogni anno? Se si tratta di una tradizione, non dubitarne!, per di più, si vede che lo desidera... Ma guardi che dopo ci saranno delle proteste dei lettori... Non si preoccupi, la gente è molto comprensiva in questi casi. Va bene, va bene; vediamo: fare un po' di sport, studiare, viaggiare; e non lavorare così tanto. Ma, ascolti, che poco originale!, sono l'estese cose che ha fatto finora, no? Sì, certo, ma è quello che mi va di fare. E non vorrete aggiungere niente di nuovo?, nessun dettaglio, diciamo, esotico? Mmmmm... adesso che ci penso... mah, sì, certo, la verità è che mi manca... Dica pure! Meglio, no, guardi, mi vergogno. Ma perché?, non nasconderlo, ci farà rimanere tutti in pensiero! No, no, non voglio; io, in realtà, non volevo dire niente: è lei chi mi ha costretto a farlo! Ma, è così grave?, è così bizzarro? Per nulla!, si tratta di una cosa molto normale; è per questo che mi vergogno, è troppo normale... Accipicchia! ma che uomo strano!, niente, alla fine non ci dice niente; ma per finire così no ci voleva cominciare! È quello che ho detto. Lo può ben dire. E l'ho detto. Quindi, è fatta. Quindi, è fatta. Dunque, l'anno prossimo verrà a dargli gli auguri la sua sora. Che venga, quindi, e faremo la festa. Ok, e che non sia nulla quello dell'occhio. E lo portava in mano...


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domenica 28 ottobre 2007

Gresca Gutsy

La settimana scorsa ho avuto la fortuna di assistere alla Gresca Gutsy, la festa che, a Olot (Girona), abbiamo celebrato gli ubuntisti per festeggiare l'apparizione de la versione 7.10 d'Ubuntu, la nostra distribuzione GNU/Linux. Era la prima volta che assistevo a un evento di queste caratteristiche ed ero molto illusionato con la possibilità di conoscere altri usuari di Linux: in un certo modo, era come uscire dall'armadio.

Perché utilizzare GNU/Linux in un mondo dominato dal monopolio di Microsoft è qualcosa di più che una semplice rarezza statistica: non soltanto siamo in pochi, anche si pensa che siamo strani, introversi, associabili et eccentrici. Si ci attribuisce, è vero, ogni sorta di conoscenze esoteriche in torno ai budella di queste macchine indispensabili ed esigenti; ma credo che, queste conoscenze, siano valutate in termini minacciosi da parte di tanta gente.

Fortunatamente, le persone che ho conosciuto a Olot avevano soltanto una fra tutte quelle caratteristiche: conoscono molto bene il sistema dei pinguini. Ma sono, in realtà, un gruppetto simpatico, allegro ed aperto, che sa equilibrare la passione per la informatica, d'un lato, con tanta voglia di festa, da l'altro.


La Gresca Gutsy, a Olot: festa bitaire

Se mi chiedete ché è la cosa migliore che ho trovato con GNU/Linux, non esiterò a rispondervi: le persone.



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venerdì 31 agosto 2007

Nuovo anno, vita nuova

Sì, sembra che questa volta è quella buona. Questa volta, non soltanto cambio di Liceo, ma anche di casa e di regione; spero che questo ultimo punto significhi anche cambiare di condizioni de lavoro, perché, la verità, ero più che stanco de la maniera di lavorare al País Valencià.
Come ogni anno per questi giorni, mi preparo a fare proposito di emendamento ed a enunciare i miei obiettivi personali per questo anno che inizia domani. Questa volta cercherò di ridurli al minimo e di essere una mica più realista che in altre occasioni. Quindi:
  1. Mettermi in forma. No dico preparare una altra volta la maratona, ma semplicemente mettermi in forma, perdere qualche chilo e, sopratutto, ricoverare l'autodisciplina mentale che comportano le routine d'allenamento.
  2. Studiare francese. No so se troverò posto nella Scuola di Lingue, ma voglio tentarci.
  3. Imparare inglese. Obiettivo prioritario; altri proietti ne dipendono.
  4. Continuare a imparare GNU/Linux. Questo si potrebbe che è il più semplice: ci lavoro ogni giorno.
  5. E questo... non lo dirò qui, mi lo riservo.
In realtà non si tratta di cambiare nulla quanto di ritornare a quello che ero pochi anni fa e che rappresenta la mia essenza. Spero che non sarà troppo difficile, visto che tanti impedimenti sono spariti.

Buon anno anche a voi!


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martedì 29 maggio 2007

Venezia, la città tranquilla


Poche sono le città che, visitate una seconda volta, mantengono intatta la propria magia; una di queste è Venezia, la città senza terra, la città senza spazio, la città sopra (e speriamo bene per molto tempo ancora) le acque.


Canale Grande

Per chi non la conosce, Venezia può sembrare una città mitica, come Macondo, come El Dorado, come l'Atlantide. Una città inventata dai filosofi, dai politici senza lavoro, dai registi di cinema. Perché chi più chi meno ha vissuto una straripata (o l'ha vista sul telegiornale) e sa che quando le acque invadono le strade qualsiasi città diventa impossibile, inabitabile. Bisogna, dunque, conoscerla, abitarci per qualche giorno per capire, pur che sia superficialmente, la sua miracolosa esistenza.


Piccolo canale

Prima di tutto, l'isolamento. Venezia si trova a qualche quilometro della terra ferma (si trovava; oggi, un lungo ponte permette d'arrivarci al treno e alle macchine —che, fortunatamente, rimangono in un estremo della città—), quindi, il senso di staccamento del mondo reale e una delle prime sensazioni che colpiscono il visitante: Venezia, fisicamente, rimane al di fuori della realtà quotidiana.


Rialto

Poi, le strade, un insieme di canali e canaletti per cui i vaporetti trasportano le persone, ma anche il cibo, i mobili, la roba tutta di cui hanno bisogno le persone per vivere con normalità. E anche i vicoli, esclusivamente pedonali (insisto: niente macchine, motorini, biciclette), per cui le persone camminano —come tanti secoli fa— e trasportano su carretti ogni classe di merci. Canali e vicoli (questi tagliati —o allacciati— da piccoli ponti coi gradini) che impongono un ritmo calmo e tranquillo: scarsi rumori, spostarsi sempre a piede o, meglio ancora, col gradevole grondarsi del vaporetto mentre i più belli palazzi del settecento e dell'ottocento ci salutano con gravità senza nasconderci i segni del tempo.


Vaporetto

Perché, per di più, ci sono i palazzi, grandi e vecchi palazzi che ci mostrano le linee irregolari d'una città eretta sul fango e sul legno che affonda un po' al caso, più di qua e un po' meno di là, come una vecchietta che si regge a malapena sul bastone, ma sempre con la dignità dei capelli bianchi.


Palazzo

Ma Venezia no è una città morta, né uno appossito scenario per attrarre i turisti: ha la sua vita, con la normalità di qualsiasi altra città del mondo, con le cose grandi e piccole che la fanno bella.


Mercato

Chi sa se conservarà abbastanza magia per una terza visita. Forse sì, e il fortunato viaggiatore pensa ancora a ritornare, con qualsiasi mezzo.


Ritornare

mercoledì 25 aprile 2007

Viaggio nella Liguria, quarta tappa: Genova



Genova (Zena, in zeneise) è la capitale della Liguria, una città che è diventata grande grazie al suo porto e al commercio marittimo. Fra i suoi figli illustri ci sarebbe Cristoforo Colombo, l'uomo delle diecimila patrie; accanto a queste magnifiche torri difensive si troverebbe la sua casa.


Genova - Torri

Via Garibaldi, sempre importante in ogni città italiana, è qui specialmente interessante, affiancata di grandi palazzi fra lo stile classico e il barocco.


Genova - Via Garibaldi

È difficile dire dove questo barocchismo arrivi al massimo d'ispirazione; per me, uno dei frammenti più ispirati sarebbe questa fontana che vuole imitare una cascata fra le rocce.


Genova - Fontana

Del tutto diverso è lo stile del duomo, nella transizione fra il romanico e il gotico, con queste caratteristiche righe alternate bianche e nere, che ritroviamo in tanti altri templi liguri.


Genova - Duomo

Abbiamo il pomeriggio a libera disposizione, e io mi lancio all'avventurosa caccia di... libri! Trovo cinque titoli della saga di Sandokan, di Salgari; un saggio sulle facoltà curative delle fiabe; la traduzione italiana di Il signori degli anelli (quella catalana è da piangere); un libro sulla cucina ligure. Più un dizionario e una piccola grammatica di genovese, e un paio di racconti infantili in questo dialetto (sia dialetto italiano, sia lingua per se, non sono ancora in condizione di opinare). Pur non avendo avuto il tempo per visitare le librerie universitarie, mi sento soddisfatto dei risultati della caccia.